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Maglio del Malcantone

Storia

L’edificio è stato costruito nel 1860 dalla famiglia Giuseppe Righetti di Aranno. In questa officina si lavorava il ferro per ricavarne attrezzi e oggetti di uso comune, quali falci, vanghe e zappe. Nel 1979 venne costituita la “Fondazione Maglio del Malcantone” che nel 1992 ristrutturò l’officina e l’edificio per tramandare ai posteri una delle tante briciole di storia del Malcantone.

L’energia dell’acqua fa girare la ruota, la quale, toccando la coda dell’asta del maglio, trasforma il movimento circolare in movimento verticale per permettere al maglio di battere sull’incudine. Il Maglio del Malcantone è l’unico maglio a leva attualmente esistente in Svizzera. L’attività cessò improvvisamente il 10 agosto 1951. Durante la notte le acque del fiume Magliasina raggiunsero livelli impensabili. Il Maglio venne allagato e semidistrutto. Fedele Agostoni, l’ultimo Maiée (1888-1983) dovette rifugiarsi con tutta la famiglia a Miglieglia.

 

Descrizione tecnica

L’acqua proveniente dal canale di derivazione (roggia) imprime alla grande ruota a pale (due metri di diametro) un movimento rotatorio che, tramite il mozzo (tronco di castagno munito di spinotti), muove ad intermittenza un altro tronco con all’estremità il martello che, battendo sull’incudine a cadenza ritmica, permette la lavorazione del ferro incandescente.

Con questo ingegnoso meccanismo si ottiene la trasformazione di un moto circolare in uno rettilineo: ne deriva la definizione di "Maglio a leva e a coda", in quanto si agisce dietro il fulcro della mazza. Nel caso del Maglio in esame esiste un secondo congegno meccanico, detto "soffiante", azionato da un getto d’acqua (piccola cascata) entro una tinozza metallica situata all’esterno che, sfruttando lo spostamento d’aria provocato dalla caduta libera dell’acqua, provoca un soffio costante sul fuoco della forgia.

I ferri riscaldati mediante carbone minerale o vegetale, venivano afferrati con le tenaglie e forgiati dalle mani esperte del "maiée" che sapeva adeguatamente posarli sotto i lenti e poderosi battiti del maglio. Si voglion pur ricordare i pesanti e rumorosi magli (i mai) pure mossi da forza idraulica, per la lavorazione artigianale del ferro.

Ne esistevano in parecchie località del Cantone, ma quasi dappertutto ne è rimasto solo il nome: Maglio di Colla, la cà dal ferèe di Arogno, al Mai a Minusio. Il Maglio del Malcantone è stato ripristinato allo stato originale nel 1992.

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