PRESENTAZIONE DEL COMUNE
Il Comune di Aranno è situato sul versante sinistro della Valle della Magliasina, adagiato su un terrazzo da cui si gode di una incomparabile veduta su Pura, Lavena Ponte Tresa ed il Monte Lema; da alcuni angoli del paese si riescono persino ad ammirare il lago Maggiore ed il Monte Rosa.

Aranno, come altri villaggi della Regione Malcantone, ha origini molto antiche; a testimonianza di ciò rimangono, ad esempio, alcune antiche lapidi tombali che mostrano iscrizioni in un alfabeto nord-etrusco, adottato in epoca successiva dai Celti.

Il paese si presenta come un borgo medievale, formato da portici e vicoli; gli interventi edilizi non ne hanno mutato la struttura e, nel 1997, Aranno ha ricevuto il Premio Aspan per il piano particolareggiato di protezione del nucleo storico.

Di notevole interesse architettonico sono poi la chiesa barocca di San Vittore Mauro, al margine meridionale del paese, e la cappella della Beata Vergine di Caravaggio, la quale sorge sul trivio per Cademario e Breno.

"A: d'argento, all'aratro di rosso; al capo di rosso, al leone passante d'oro."

Descrizione tratta dal volume "Armoriale dei comuni ticinesi" di Gastone Cambin, Edizione Istituto Araldico e Genealogico di Lugano, dato alle stampe nel 1953 in occasione del 150° anniversario dell'entrata del Cantone Ticino nella Confederazione. In questa pubblicazione vengono raffigurati e descritti gli stemmi di tutti i comuni ticinesi.

Lo stemma attuale, secondo Gian Giacomo Carbonetti, sarebbe parzialmente da rifare, poiché ha poco senso, e ha una storia buffa. Quando, in occasione dell'Esposizione nazionale svizzera del 1939, tutti i comuni sono stati invitati a dotarsi di uno stemma, il Municipio di allora ha deciso "motu proprio" che la parola Arano (con una "n" sola fino a inizio del XX secolo) era una voce del verbo arare, cioè àrano. Quindi ha messo l'aratro sullo stemma, anche se ad Aranno non è mai arrivato un aratro, vista la conformazione difficile del terreno, che è sempre stato arato con la vanga e "olio di gomiti"!

Il leone rampante, invece, è la ripresa della metà destra dello stemma del principale ramo della famiglia Pelli (allora la più importante di Aranno) che è visibile nella Cappella della B.V. di Caravaggio (già Pelli) nel cartiglio che sovrasta l'affresco raffigurante San Giuseppe con il bambino.

In dialetto ticinese
Spiegazione
Arànn
Nei primi documenti antichi a partire dal '200, in modo sparso incontriamo i nomi Rano, Ranno, Arano (il più antico e frequente), per arrivare, all'inizio del secolo scorso, al definitivo Aranno.

In passato si è ipotizzato che all'origine del nome Ranno ci sia il rhamnus (ranno), pianta spinosa che cresce nei boschi e, si dice, che un tempo servisse, ridotta in cenere, a fare il "ranno" per mettere a mollo il bucato. Secondo la tradizione locale da qui avrebbe trovato origine il nomignolo affibbiato agli arannesi: i "Masarée" (cioè fradici, a mollo).

Ma attualmente si può formulare anche un'altra ipotesi partendo da "ARA –": Il Dott. Dario Petrini del Centro di dialettologia della S.i. fa riferimento a un possibile plurale femminile in –ann (sul modello di tósa, tósann - ragazza, plurale ragazze) del termine antico latino "HARA", che significa "stalla" e che ha dato luogo, per esempio, al toponimo "Madonna d'Arla". Questa ipotesi si riferisce alla particolare pronuncia della –n finale, dentale (come "nano") e non velare (come in "ancora"). Inoltre, spesso a un nome di persona si aggiunge "ann" per formare nomi di luogo in riferimento a possedimenti, come ad esempio "Muzzano", dal nome di persona "Mutius". Ma per verificare questa ipotesi andrebbero effettuate alcune ulteriori verifiche documentarie: quella della presenza nei documenti antichi di forme significative femminili e plurali del toponimo in "-ann" e quella della presenza del finale femminile plurale (sempre -ann) nell'area dialettale in questione, oltre che, naturalmente, quella relativa alla presenza in questa zona del nome comune ára (stalla). A questo proposito si può pensare alla parola "èra", presente nel dialetto di Aranno, che indica lo spazio esterno alla casa, in italiano "aia".

In conclusione, quindi, il toponimo "ARÁNN" (in dialetto, poi italianizzato in "Arano" e poi "Aranno") potrebbe essere derivato dal plurale di "ára" (grazie al finale –ànn, e significare dunque semplicemente "STALLE", come appunto "Madonna d'Arla"). Si può quindi pensare che Aranno, in un lontano passato, sia stato un villaggio prevalentemente costituito da stalle (del tipo "maggengo"), non possedendo un alpe.

Comune
Aranno
Cantone
Ticino
Distretto
Lugano
Circolo
Breno
Altitudine
733 m s.l.m.
Abitanti
335 (31.05.2014)
Moltiplicatore
90%

Il paese, come indicato da alcune iscrizioni su pietre tombali nord-etrusche, risulta abitato da tempi antichissimi, essendo sorto attorno ad un edificio di culto di epoca romana.

Viene ricordato dalla tradizione un castello situato sul luogo della chiesa e del cimitero attuali; altri ritengono però che lo stesso villaggio fortificato costituisse il "castrum".

Nell'anno 880 l'imperatore Carlo il Grosso ne confermò la donazione fatta dall'imperatrice Engilberga al Monastero di Sant'Ambrogio di Milano.

I confini giurisdizionali comunali tra Aranno e Cademario vennero fissati nel 1317, ma ancora nel 1567 erano fonti di continui litigi.

Ne vengono elencati solo alcuni.

Fulvio Pelli (1951), dottore in diritto, già presidente del Partito Liberale Radicale svizzero e deputato al Consiglio nazionale.

Domenico Pelli (1657 – 1728), architetto ed imprenditore.

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